dr.ssa Simona Fantoni
Psicologo infantile: quando serve?
Lo psicologo infantile è un professionista che si occupa di bambini e adolescenti che presentano alcuni malesseri o difficoltà nel corso del proprio percorso di crescita.
Il disagio spesso è rilevato all’interno del contesto famigliare o scolastico e i genitori possono interrogarsi se rivolgersi ad un professionista per comprendere meglio la situazione e cercare il giusto supporto per gestirla.
In questo articolo cercherò di suggerirvi in quali casi è consigliato rivolgersi allo psicologo infantile per i propri figli.
In età infantile
In età infantile lo psicologo può essere consultato dai genitori qualora il bambino manifesti comportamenti disfunzionali o alcune problematiche che in linea di massima possono coinvolgere le seguenti aree:
Comportamento disfunzionale (oppositivo-provocatorio, impulsività, iperattività, aggressività).
Regolazione emotiva (crisi di rabbia, pianti inconsolabili).
Separazione dalle figure di riferimento (costante difficoltà a separarsi dai genitori)
Sonno (insonnia, difficoltà di addormentamento, incubi ricorrenti).
Alimentazione ed evacuazione (alimentazione selettiva, apparente mancanza d’interesse per il mangiare, evitamento di cibi; trattenere le feci, enuresi, encopresi).
Sintomi psicosomatici (ricorrenti mal di pancia, vomito psicogeno, problematiche dermatologiche).
Ambito scolastico (difficoltà relazionali e/o scolastiche, bassa autostima).
Fobie o paure.
Alcune difficoltà o comportamenti possono essere transitori e dovuti ad un particolare periodo che il bambino sta vivendo nel suo contesto di vita (cambiamenti in famiglia, arrivo del fratellino/sorellina, inizio della scuola dell’infanzia). Questi segnali generalmente fanno parte di un processo di adattamento fisiologico alle novità.
Tuttavia, nel caso in cui la famiglia stia attraversando un periodo di grande cambiamento (ad esempio a causa di un lutto o una malattia), può essere utile per i genitori valutare la possibilità di consultare uno psicologo infantile per potersi sentire più attrezzati e sostenuti nella gestione della situazione di fronte al bambino.
In generale, quando il proprio bambino si comporta o reagisce eccessivamente o al contrario si presenta inibito in alcuni ambiti, al punto da condizionare negativamente la vita familiare o sociale, oppure mostra problematiche che sembrano ostacolare il raggiungimento delle normali tappe di crescita, allora può essere consigliabile rivolgersi allo psicologo infantile per una consulenza che permetta di chiarire meglio le ragioni di questi comportamenti ed individuare eventuali segnali di disagio.
Ricordiamoci che sarà difficile che il nostro bambino ci dica esplicitamente che c'è qualcosa che lo fa soffrire, è invece molto più probabile che ce lo mostri con il suo comportamento e le sue reazioni. Sta al genitore saper cogliere la fatica o la difficoltà del bambino e, senza bisogno di preoccuparsi eccessivamente, poter considerare la possibilità di una consulenza psicologica.
Alle volte questo può produrre fin dai primi incontri un significativo alleggerimento del carico di sofferenza del bambino, proprio in virtù del fatto di sentire che i propri genitori si stanno occupando di lui e che è possibile comprendere meglio cosa succede e quindi superare insieme le difficoltà.
Lo psicologo infantile, generalmente, predispone un numero limitato di incontri con il bambino e i genitori per valutare e inquadrare la situazione. A questi può seguire, se necessario, la proposta di un intervento mirato a risolvere la problematica, come ad esempio l'indicazione di un percorso di supporto psicologico rivolto al bambino e/o ai suoi genitori.
In adolescenza
In adolescenza le problematiche che possono destare preoccupazione e per cui può essere consigliabile una consulenza professionale riguardano principalmente le seguenti aree:
Comportamento alimentare e immagine corporea (diete eccessivamente restrittive, ossessivo controllo del peso, marcata insoddisfazione per il proprio aspetto fisico, abbuffate, esercizio fisico eccessivo ed iperattività, utilizzo di lassativi o diuretici senza prescrizione medica, vomito autoindotto).
Pensieri ricorrenti preoccupanti e disturbanti (paranoie, pensieri ossessivi).
Sbalzi di umore o umore depresso.
Ansia e attacchi di panico.
Autolesionismo.
Problematiche sessuali o relative all’identità di genere (sessualità promiscua, inibizione, dubbi sull’orientamento sessuale).
L'adolescenza è per definizione un'età caratterizzata da continui e turbolenti cambiamenti e trasformazioni. Perciò, in questo periodo della vita è facile sentirsi disorientati o attraversare dei momenti di crisi. La possibilità di confrontarsi con un professionista che è una persona esterna all'ambiente familiare e amicale, all'interno di un ambiente protetto e privo di giudizio, può alleviare la sensazione ricorrente di sentirsi incompresi o sbagliati e aprire alla possibilità di conoscere nuovi modi di affrontare le sfide che la crescita impone ad ogni ragazzo e ragazza.
I genitori possono giocare un ruolo chiave nel mediare la richiesta di una consulenza professionale, sostenendo la possibilità di rivolgersi allo psicologo. Non è facile, ma spesso significa dare un'opportunità di contenimento, chiarificazione e comprensione di quelle sofferenze o malesseri che i giovani spesso sperimentano a questa età.
Anche in questo caso, lo psicologo incontrerà sia l'adolescente che i suoi genitori per un numero limitato di volte con la finalità di comprendere e inquadrare la situazione. A conclusione di questa fase di valutazione, se necessario, offrirà un'indicazione di un intervento idoneo ad affrontare la problematica, ad esempio proponendo un percorso di sostegno psicologico individuale per l'adolescente e/o uno spazio di sostegno alla genitorialità per i suoi genitori.